Lo ha detto ieri l’Ance. Sono 12,5 i miliardi del mercato della manutenzione degli immobili solo nel Lazio. riqualificazione e ristrutturazione
Proviamo a moltiplicare il dato per l’intero Paese e capiamo che siamo di fronte ad una nuova economia, una specie di secondo boom dell’edilizia: un’ondata di occupazione e ricchezza con dentro la consapevolezza e la tecnologia del presente al posto degli errori del passato. riqualificazione e ristrutturazione
I dati sono stati resi noti ieri a Roma nell’ambito del seminario tecnico promosso dall’Ance Roma e ci dicono in sintesi che:
– il Paese tiene in costante pericolo di vita i suoi figli: gli edifici a rischio sono 10 milioni, e solo per stare ai residenziali
– la nuova epoca che chiamano crisi ha avvitato il Paese in una morsa mortale di cui sono testimoni imperituri i 700 imprenditori suicidi degli ultimi 5 anni, la disoccupazione al 11,5% e quella giovanile al 48%
– l’edilizia è per l’Italia il motore dell’economia, dato ormai acquisito da tutti e da tempo
– decidendo di preservare la vita delle persone e al contempo di salvare il patrimonio immobiliare, quale unica ricchezza stabile del Paese, si rimette in moto l’economia
Insomma, quello che ha cercato di farci capire con i numeri Flavio Monosilio, responsabile del centro studi dell’Associazione nazionale, è che se proviamo a moltiplicare quel 12,5 per l’intero fabbisogno nazionale… abbiamo risolto i nostri problemi per i prossimi 40 anni: altro che andare in giro per il mondo a cercare appalti o lavoro… Il business ce lo abbiamo qua.
A Roma ci sono 393.664 edifici di cui il 65% precedente al 2000 e il 90% successivo al 2008.
Considerazioni importanti perché se ci aggiungiamo che la NORMATIVA ANTISISMICA È DEL 2008, va da sé che gli interventi per proteggersi dai terremoti rappresentano il volume maggiore del business il quale – SOLO PER IL LAZIO, udite udite – è di 6,1 miliardi di euro per le sole zone di rischio classificate 2 e di 1,4 miliardi per quelle di rischio 3.
Figuriamoci quanto lievitano questi numeri se riportati sul resto d’Italia, che per quasi la metà è classificata 1.
Dunque, se con lo scopo di mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare ci attivassimo con PIANI DI RIQUALIFICAZIONE ragionati e progettati a livello regionale magari con una regia nazionale, non solo saremmo adempienti rispetto al dovere della tutela della salute e della salvezza umana ma riusciremmo anche a rigenerare i BORGHI E I CENTRI STORICI che ci fanno fare i 172,8 miliardi di euro di turismo, cioè il 10,3% del Pil.
In questo quadro va inserito il concetto di “EMERGENZA”, comprenderlo significa dunque “prendere due piccioni con una fava”: ci vogliono politiche di GESTIONE DEL TERRITORIO fatte di piani di riqualificazione nei quali l’emergenza è acquisita come elemento stabile dei processi ordinari e le soluzioni alle calamità veri strumenti progettuali di lungo termine.
Ben vengano i Bonus Casa, di tutti i tipi, ma che siano una risposta nell’immediatezza e non la soluzione.
Il miracolo italiano arrivò con il boom economico dell’edilizia. Erano gli anni ‘50/’70. Da allora nessuno ha messo mano alla manutenzione, sono passati 70 lunghi anni e l’economia è in ginocchio: aspettiamo che il Paese ci crolli in testa e la recessione ci annienti?
Maria Paola Iannella
Roma, 11 aprile 2018