ANTONIO D’INTINO Real estate management
Il domani sarà un’epoca nuova, fatta di riuso, competenze, tecnologia e innovazione.

Spetta alle generazioni future farsene interpreti per rigenerare tutto quello che il passato ha consegnato loro. Il boom edilizio ha generato un patrimonio immobiliare che oggi va riqualificato ed un patrimonio storico che va rifunzionalizzato. Lo ha detto Antonio D’Intino, in veste di Presidente ISEA, ad AGEA nell’intervista che riportiamo di seguito. 

Fra appena 3 anni saremo nel 2020: un futuro molto vicino, per questo può essere utile cominciare a decodificarne gli scenari. Cosa ci si prospetta con la strategia Europa 2020 è la domanda che rivolgiamo ad Antonio D’Intino che, in qualità di Presidente ISEA, relazionerà al REAL ESTATE MANAGEMENT 2017 che si svolge a Roma il 6 dicembre. ANTONIO D’INTINO Real estate management

“Guardando al 2020 sicuramente possiamo ipotizzare una ripresa del mercato immobiliare con una crescita qualitativa anziché quantitativa: molto rivolta verso la sostenibilità, con scarso consumo del suolo e, quindi, recupero, miglioramento sismico ed efficientamento energetico degli immobili esistenti – dice il Presidente.
d’intino interoLa carenza di aree, nella maggior parte delle grandi città, porterà ad un aumento dell’attività di ristrutturazione aumentando il recupero degli edifici e dei luoghi. Dunque, dobbiamo tirare fuori la forza di RI-COSTRUIRE e di RI-ABITARE, di DEMOLIRE IL VECCHIO ED IL BRUTTO per dar vita a nuovi edifici senza invadere altro territorio, edifici più adatti alle esigenze delle persone che li abitano, con più attenzione ai consumi ambientali, al risparmio energetico ed alla sicurezza sismica; di RIFUNZIONALIZZARE GLI EDIFICI STORICI in modo da trasformarli in una nuova visione del futuro”.ANTONIO D’INTINO Real estate management

Cosa è cambiato nel mercato immobiliare?
E’ cambiato che gli immobili non dovranno più svolgere la sola funzione dell’abitare e del lavorare: saranno invece sempre più i servizi a contare ed a richiedere soluzioni avanzate e sofisticate. Il futuro dell’abitare sarà strettamente connesso a come vorremo vivere e con quale livello di libertà. Dovremo abituarci a lavorare sul patrimonio immobiliare usando termini come flessibilità, multifunzionalità, tecnologia, efficienza, ristrutturazione, green economy, invecchiamento della popolazione… E ad usare concetti come “a misura d’uomo”, nuove idee, intelligenza umana, bisogno formativo, integrazione delle conoscenze, approccio progettuale: saremo in un’altra era.

“Real estate” invece che “immobiliare”: il cambio di terminologia serve ad inquadrare un approccio nuovo al medesimo argomento?
In un certo senso si, c’è corrispondenza tra parola nuova e concetto nuovo.
Il sistema del real estate fa il focus sulla grande responsabilità che il Paese ha relativamente al futuro, e in piena crisi. Una responsabilità che coinvolge tutti:isea dai progettisti alle imprese, amministrazioni pubbliche, amministratori di condominio, associazioni di categoria fino ai piccoli proprietari. Negli ultimi anni la crisi ha portato alla luce la carenza di figure professionali che disponessero, al medesimo tempo, sia di competenze economico-finanziarie che tecniche ed umanistiche: se ciascuno di noi vuol restare in questo mercato, deve rafforzare ed integrare le proprie conoscenze. I Professionisti dovranno avere un obiettivo chiaro nel loro mandato “real estate”: GENERARE RISPARMIO DANDO PIÙ SERVIZI DI QUALITÀ.

Quali politiche chiede l’ISEA quale Consorzio di riferimento istituzionale nella materia dell’innovazione e dell’ambiente?
Per risollevare il paese occorre attuare politiche che impongono soluzioni di rinnovamento, senza implicare necessariamente risorse pubbliche dirette. Rientrano in questa ottica le norme sul SISMABONUS e sull’ECOBONUS: strumenti che consentono di migliorare le condizioni degli immobili e renderli più efficienti oltre che più confortevoli da vivere e da gestire: alias, con maggior valore commerciale sul mercato.
La riqualificazione sismica ed energetica degli immobili potrà essere una significativa leva di ripresa e rigenerazione immobiliare, attuabile attraverso obiettivi, strumenti e finanza agevolata che inducono amministrazioni pubbliche, imprese e privati ad una alleanza strategica a patto di conoscere a fondo gli strumenti attuativi.

Il ruolo degli amministratori di condominio?
Fondamentale. Devono guidare la nuova era che va nella direzione della qualità e non della quantità. E per fare questo dovranno far comprendere ai piccoli proprietari che risparmiare significa conoscere e accedere alle opportunità di agevolazione e di finanziamento.
Oggi per lo più si fa ricorso a lavori condominiali di sola riparazione corticale, con una bella tinteggiatura finale, magari in quarzo plastico… diagnosi veloci e superficiali che non colgono i veri problemi del manufatto… ditte spesso poco preparate che danno sempre meno servizi e di bassa qualità: insomma, tutto per risparmiare il più possibile.
Ma v’è di più: prima ancora si sceglie il tecnico in base al prezzo, e non alla sue qualità tecniche e socio-economiche, con la raccomandazione di eseguire i lavori al minimo indispensabile e con il minor costo. E’ questo è il dramma della vecchia logica! quella che penalizza il privato e tutto il patrimonio: proprio su ciò gli Amministratori di condominio dovranno cimentarsi per cambiare le regole!

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