Un servizio uscito su Domus definisce L’Aquila “la prima città storica antisismica in Italia” a proposito del libro di Claudia Pajewski Le mani della città (a cura di Michela Becchis edizioni Drago) che documenta la Ricostruzione dopo il terremoto del 2009. miglioramento adeguamento sismico
73 immagini scattate fra il 2014 e il 2017 presentate al pubblico lo scorso 28 febbraio al Gran Sasso Science Institute dell’Aquila: un libro bellissimo al quale ci piace rendere omaggio e che ci offre l’occasione preziosa per affrontare una questione della quale nelle stanze dei bottoni, e quindi sui media, nessuno vuole parlare.
La questione in via di principio è semplice ed è la seguente.
E’ vero che L’Aquila è il primo tentativo avanzato di smart city, cioè di città intelligente (dunque anche antisismica) e al contempo storica, però ANTISISMICO significa una cosa precisa, cioè che RESISTE AL TERREMOTO, ANCHE DI NOTEVOLE INTENSITÀ. Ed è questo che risulta inesatto: il motivo sta nel fatto che L’Aquila, come il resto d’Italia, per gran parte ha visto interventi di MIGLIORAMENTO e non solo di ADEGUAMENTO quindi, definirla antisismica è fuorviante. Fuorviante nel senso che quando ci saranno nuovi crolli a seguito di terremoti anche limitrofi e non in loco, come è accaduto con le scosse di ritorno del terremoto di Amatrice e altrove, verranno cercati colpevoli dovunque e a tutti i costi. Le imprese edili saranno indagate per inadempimenti o addirittura truffe, le Istituzioni e gli appalti peggio… e sarà l’immagine di tutta la Città a pagarne le spese. E’ già successo e la comunità non lo merita: già ferita dagli eventi calamitosi si deve ritrovare ad affrontare anche un processo mediatico, oltre che giudiziario. Un disastro. E solo per un EQUIVOCO TRA MIGLIORAMENTO E ADEGUAMENTO. miglioramento adeguamento sismico
Allora è bene che i cittadini sappiano che il MIGLIORAMENTO DÀ SICUREZZA INTORNO AL 60% e solo l’ADEGUAMENTO AL 100%: vedasi la scuola elementare di Amatrice, solo per citarne una. Insomma, il primo “raggiusta”, diciamo così, il secondo ricostruisce da capo invece che mettere le toppe.
E il miglioramento in luogo dell’adeguamento lo decide il Comune, facendo i conti con le disponibilità economiche e con altre mille problematiche che la gente non immagina neppure, per esempio dove e come demolire, smaltire le macerie della demolizione oltre a quelle dei crolli, occupare spazio che nel centro non c’è con i mezzi pesanti, di quanto moltiplicare i tempi della ricostruzione… eccetera eccetera.
Dunque, i miglioramenti sono spesso una scelta obbligata da tanti fattori, ma la differenza sta nell’esserne consapevoli e non fare la caccia al ladro quando un nuovo sisma fa danni e morti, ma di più ancora sta nel GOVERNARE IL TERRITORIO AFFINCHÉ L’EMERGENZA RIENTRI NELL’ORDINARIETÀ DEI PROCESSI DI PIANIFICAZIONE.
Sta nel ripensamento delle politiche di gestione del territorio nelle quali le calamità naturali siano veri e propri strumenti progettuali, opportunità di crescita e di sviluppo di lungo termine.
Anche perché i miliardi girano solo sulle calamità, ergo…
L’Aquila, 4 aprile 2018 – maria paola iannella